DALLA GRANDE MANIFESTAZIONE DEL 9 OTTOBRE AD OGGI

di Maurizio Paganelli - Segretario Provinciale della UILP Cesena

Il 9 ottobre siamo stati favorevoli e abbiamo partecipato alla Manifestazione nazionale a Roma in piazza del popolo, rivendicavamo meno fisco per il lavoro e lavoro per l’Italia.

La UIL metteva al centro dell’opinione pubblica i temi dello sviluppo economico, del lavoro, soprattutto giovanile, della riforma del fisco, del sostegno ai pensionati non autosufficienti e alla famiglia nel quadro di un più ampio progetto politico europeo.

A distanza di più di 100 giorni troviamo un paese sempre più arretrato, diviso e con un debito pubblico da brividi. Una classe dirigente politica che si affanna, che si sbrana su chi deve andare a casa, sul premier che deve fare un passo indietro e magari chiudersi ad Arcore per le sue feste.

Ma allora lo sviluppo? Il sostegno all’occupazione?

La politica fiscale che riduca le tasse ai lavoratori, ai pensionati, alle famiglie e sulle imprese?

Vogliamo fare qualcosa per far sì che si rilancino i consumi e la domanda interna.

L’unica riforma fatta da questo Esecutivo è quella tanto contestata sulla scuola!

Purtroppo abbiamo visto i tagli del Governo alle regioni con una legge di stabilità nazionale che per la nostra Regione si stima attorno ai 740 milioni di euro di entrate nel biennio 2011/12.

asti pensare al fondo per la non autosufficienza, che non viene più rifinanziato e che la nostra regione stanziava più dei 400 milioni di euro dello stato.

Persino la presidente di Confindustria dice che l’esecutivo è assente da 6 mesi.

E mentre si riaccende la ripresa globale, noi arretriamo, si dice che avremo un P.I.L. del 1% e i nostri partner europei viaggiano dal 2 al 2,5%, la produzione industriale è al 17,8% sotto i livelli pre-crisi.

E nonostante il calo della disoccupazione la cassa integrazione, abbiamo come tragico risultato almeno 3 morti al giorno sul lavoro.

Quindi saremo ancor più impegnati nei prossimi anni nei confronti coi comuni per far si che i conti tornino e che sul sociale non siano i soliti a pagarne le conseguenze.

Dall’altro lato stentiamo a vedere decollare il federalismo, un federalismo che rischia di portare altre tasse e forse nemmeno nella direzione giusta.

Quali e quanti comuni sono in grado di competere grazie al trasferimento di più competenze date dalle regioni per contenere le spese e anzi a migliorarle?

Riusciranno ad avere una autonomia di imposizione fiscale sui cittadini di stampo europeo? In molti comuni dove ci confrontiamo emerge il dato pasticciato sull’ICI.

In tutti i paesi occidentali gli enti locali si finanziano in primo luogo con la tassa sulla casa, da noi prima il governo Prodi e poi questo esecutivo hanno abolito a tranche l’ICI, tagliando così le gambe alla finanza locale pur di accrescere i consensi per i governi di Roma.

E’ vero che con accordi fra comuni ed agenzie delle entrate cominciamo a vedere alcuni recuperi sull’evasione, però la domanda iniziale rimane pertinente.

Bene oggi la UIL dice che assisteremo a recuperi di produttività e avremo anche salari più alti, dove: forse alla FIAT e in altre note aziende.

Ma l’ISTAT dice che abbiamo una disoccupazione giovanile oltre il 28% e un tasso di disoccupazione superiore all’8,5%, allora a che gioco giochiamo, questo si chiede l’opinione pubblica e i pensionati, le grande rendite non sono tassate come in Europa, l’evasione e l’elusione non accenna a diminuire, il malaffare fra politica e appalti o altro continua, vedasi l’ex governatore della Sicilia, condannato per favoreggiamento aggravato alla mafia, dovrà trascorrere 7 anni a Rebibbia, almeno lui si è costituito cosa assai rara ai giorni nostri.

Oggi l’amaro che si coglie dalle labbra di tanti pensionati iscritti alla UILP di Cesena sono considerazioni vere, di indegno vedasi alcune richieste della piattaforma nazionale: parità su tax area, un minimo di recupero del potere d’acquisto delle loro pensioni, un paniere solo dei pensionati.

Se è vero che l’età della popolazione di 65 anni è aumentata dell’1,8% negli ultimi 10 anni e che i grandi anziani di 85 anni sono oggi 1.675.00 con un aumento di circa 440.000 sempre negli ultimi 10 anni.

La stima delle persone ultracentenarie si è addirittura triplicata dal 2001 al 1.1.2011, da circa 5 mila 400 individui a oltre 16 mila.

Nel dicembre 2005 abbiamo raccolto nel paese più di 700.000 firme per avere una legge sulla non autosufficienza che tuteli i bisogni degli anziani, degli incapienti dei portatori di Handicap, legge che ancora oggi non esiste e che non sarà nemmeno rifinanziata.

Uno dei pochi paesi nell’Unione Europea che è priva di un diritto e di dignità dell’anziano.

Quindi siamo in attesa che dopo la manifestazione del 9 ottobre scorso la nostra organizzazione vigili e spinga nel confronto con l’esecutivo.

Ultima considerazione sulla divisione del sindacato, siamo arrivati credo ad un punto di non ritorno, cosa che considero negativa specie se la situazione economica continuerà a scivolare, cosa sotto gli occhi di tutti, la frattura sembra insanabile nel breve.

Anche se la Fiom, da anziano dirigente sindacale che per 25 anni ha seguito i metalmeccanici dovrebbe avere una maggiore coscienza contrattuale e calarsi con più fiducia a chi decide di investire nel paese Italia.

Così mentre come Nazione arretriamo nel contesto europeo, assistiamo ad un balletto della classe dirigente politica che seppur richiamata a più riprese dal Presidente Napolitano non solo tiene una linea unica sulla Costituzione, ma si perde in inutili slogan e diatribe (vedasi la nostra bandiera o inno) che tolgono visibilità all’Italia.

Costruito in proprio